Ansia, panico e sistema digerente:quali le connessioni?

Perché noi che ci occupiamo di panico , di ansia o depressione abbiamo deciso di interpellare il Prof. Stanghellini , Direttore del reparto di Medicina Interna presso l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna nonché Professore Ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Bologna.
La motivazione deriva da una constatazione : le numerose persone che si rivolgono al Pronto Intervento Panico chiedendo aiuto per guarire dal disturbo di panico, spesso lamentano anche disturbi a carico dell’apparato digerente. Quando poi, accompagnando una persona ad una visita dal Prof. Stanghellini ho ascoltato ciò che egli esponeva proprio circa il funzionamento di stomaco e intestino, mi sono resa conte delle mille complicanze che alcune patologie gastrointestinali possono causare in tutto il nostro organismo….cervello compreso…
Ed ecco che mi si è accesa una lampadina che più che una lampadina sembrava l’illuminazione di San Siro. Possibile che anche chi soffre di ansia o panico possa avere anche problematiche più o meno importanti che interessano l’apparato digerente e che possono in qualche modo incidere sul disturbo di panico stesso?
Contattato per due chiacchiere nonostante i suoi numerosissimi impegni ha accettato di incontrarmi.
Qui di seguito troverete informazioni veramente interessanti che per qualcuno di voi potrebbero addirittura rappresentare una svolta. Ve lo auguriamo, ringraziando di cuore il Prof. Stanghellini per la sua gentilezza e disponibilità.

“Non riesco a vedere il mondo se non attraverso l’apparato digerente”
Queste sono le prime parole del Prof. Stanghellini e a me si è aperto un mondo devo dire completamente nuovo, ricco e forse per la prima volta in vita mia ho capito veramente che grande ricchezza nasconda la nostra pancia.
Ho scoperto e compreso durante il nostro incontro quanto in realtà la salute di stomaco e intestino possa rappresentare per noi fonte primaria di benessere oppure, al contrario, causa di frustrazione, malessere, sofferenza sia fisica che psicologica . E questo accade soprattutto quando , alcuni disturbi non accompagnati da gravi patologie, vengono sottovalutati se non completamente ignorati.
E’ singolare che due organi ( cervello ed intestino) in stretta correlazione tra loro tanto che i nervi che ne controllanoo il funzionamento sono definiti rispettivamente il grande cervello ( big brain) e il piccolo cervello ( little brain) patiscano spesso la stessa condanna: essere sottovalutati.
Quante volte chi soffre di ansia o panico si sente dare la classica pacca sulla spalla e Tavor in borsa e viene liquidato con un: “ stia sereno e si rilassi, magari cambi vita, moglie o lavoro… è solo un po’ stressato, potrebbe farle bene qualche seduta da uno psicologo…Non ci pensi, lei è sano come un pesce!!!”
Ma a pensarci bene, e lo scopriremo dialogando con il Prof. Stanghellini la stessa cosa di chi soffre di ansia succede a chi soffre di dolori allo stomaco o disfunzioni intestinali. Al termine degli esami di routine nulla di particolare emerge e quindi di nuovo si viene liquidati come sopra: pacca sulla spalla, ansiolitico o antidepressivo ( o magari in questo caso un antiacido o un antispastico) , psicologo e incoraggiamento a modificare stile di vita…
Eppure noi stiamo male…continuiamo a stare male… Ma allora, verrebbe da dire a noi, popolo di malati immaginari: come stanno veramente le cose??? Scopriremo, come ormai sappiamo già per il panico, che non siamo poi così tanto malati immaginari e questo è il nostro riscatto, il guizzo per rivendicare il diritto alla salute, a stare bene e al meglio delle nostre possibilità!

1.Professor Stanghellini , esiste una stratta correlazione tra cervello e sistema gastrointestinale?

Certo, esiste una fortissima correlazione tra cervello e apparato digerente . La più ovvia la conosce qualsiasi studente prima di sostenere un esame che sente mal di pancia, o chiunque è stressato che sente lo stomaco che “brucia” prima di un evento importante o anche semplicemente chi è innamorato che sente le farfalle nello stomaco…non nel cuore. C’è una ricchissima letteratura che lega gli aspetti emozionali alle funzioni intestinali.

2.In che modo di fatto questi due organi, cervello e apparato digerente sono collegati allora?

Sono due organi che si parlano. Il sistema nervoso centrale è il principale sistema nervoso del nostro organismo, il secondo sistema nervoso del nostro organismo è il canale alimentare che comprende un numero di neuroni pari o superiore a quello del midollo spinale. Gli autori anglosassoni infatti parlano di Big Brain per indicare il cervello e Little Brain per indicare il sistema nervoso che si trova nella pancia.
Questi due sistemi nervosi hanno una grande indipendenza ma anche delle fortissime connessioni nervose, attraverso il sistema simpatico e parasimpatico. Il simpatico è quello che si attiva appunto durante il panico, è quello che gli anglossassoni affermano che attivi il sistema del “fight or flight” (combatti o scappa) , di fronte ad una situazione di pericolo, come davanti ad un animale feroce si deve decidere se scappare o combattere. A quel punto il sistema simpatico, ci allarga le pupille per vedere bene l’avversario, ci toglie il sangue dove non serve, per esempio dalla pelle e diventiamo pallidi, dai reni perché in quel momento non dobbiamo urinare, e ce lo porta al cuore e ai muscoli, perché dobbiamo combattere, e ci fa pompare forte il cuore per cui abbiamo una tachicardia. Dall’altra parte se siamo rilassati prende il sopravvento il parasimpatico , che prevalentemente a livello dell’apparato digerente è il nervo vago che fa tutto il contrario: porta il sangue nei visceri, , è il momento in cui digeriamo bene, porta via il sangue dai muscoli, e tranquillizza il cuore, perché il cuore non avendo bisogno di combattere prende ad andare più lentamente. Questi sono aspetti tipicamente anatomici già noti da moltissimo tempo.
Negli ultimi tempi sono cambiate delle cose si sono fatte numerose scoperte.
L’asse che prevalentemente unisce queste aree è fatto di neuromediatori . Quali sono le molecole attraverso le quali avvengono questi fenomeni? C’è un asse che va dall’ipotalamo all’ipofisi, ai surreni, che è il tradizionale asse ormonale , anche questo noto da tempo fatto di ormoni diversi tra i quali il più noto è il cortisolo, o l’adrenalina e la noradrenalina che sono gli ormoni del panico, dello stress. Dall’altra parte ci sono altri neuroormoni come l’acetilcolina e tantissime altre sostanze, che invece ci calmano, ci rilassano e per esempio ci fanno digerire.
Quindi ci sono questi grandi due momenti in cui decidiamo se siamo tranquilli e quindi i visceri funzionano bene o se siamo invece di fronte ad un nemico, vero o presunto, quale puo’ essere ad esempio uno stato d’ansia. Nello stato d’ansia si blocca lo stomaco, l’intestino si strizza e da questo possono derivare fenomeni di stipsi o dissenteria. Questi atteggiamenti contrari dell’intestino in una stessa condizione ansiosa ad esempio sono dovuti al fatto che lo stomaco si paralizza prima ancora che il cuore si agiti .

3.Da ciò che dice sembra che lo stress allora si ripercuota immediatamente sul sistema digerente ancora prima che in qualsiasi altro organo?

Esattamente. Ho fatto ricerche nei primi anni ‘80 nelle quali ho studiato l’effetto dello stress sull’apparato digerente e inducevo del dolore nei volontari sani facendo immergere la mano nell’acqua gelata ( venti secondi immersi nel ghiaccio e 10 secondi fuori). Questo è un test che si usa anche in cardiologia per studiare gli effetti dello stress sul cuore, sulle coronarie ecc…I volontari quando vedevano entrare acqua e ghiaccio paralizzavano lo stomaco prima di avere tachicardia, quindi l’effetto sull’apparato digerente è fortissimo.
I rapporti fra apparato digerente e cervello sono ancora più forti, immediati e diretti di quanto non siano quelli già noti fra cuore e sistema nervoso centrale.

4.Perché come accennava prima allora ad alcune persone capita in condizioni di particolare stress di soffrire di stipsi ed altre di dissenteria?

In riferimento allo spasmo dell’intestino e ai suoi effetti immaginiamo un tubo di dentifricio che se si stringe da una parte il dentifricio fuoriesce rapidamente ma se lo stringiamo a valle dell’uscita del dentifricio blocchiamo tutto il dentifricio dentro al tubetto e non esce più finchè allentiamo la stretta, pertanto lo stesso spasmo colico puo’ essere per l’appunto causa di stipsi o diarrea.

5.Allora la domanda che sorge spontanea è : è il cervello che comanda l’intestino o viceversa, e fino a che punto?

Facciamo due esempi per capirci: le persone sottoposte ad uno stress hanno disturbi digestivi e su questo non esistono dubbi che sia il sistema nervoso centrale che interviene, tuttavia, esistono dei dati più moderni che dimostrano una fortissima influenza della periferia nei confronti del sistema nervoso centrale. Modificando la periferia, si riesce addirittura a modificare il comportamento di animali da esperimento. Per periferia si intende per esempio la flora intestinale, l’infiammazione intestinale. E’ chiaro che quando uno sta male, il suo stato d’animo è diverso, è vero che quando uno è ansioso o depresso le sue funzioni digestive sono alterate ma la cosa interessante e moderna è il contrario cioè quando uno sta male altera lo stato d’animo: l’ansia , la depressione, l’ipocondria.
6.Quindi è possibile che se si hanno disturbi a carico dell’apparato digerente e si soffre di panico o ansia , una volta risolti i primi possa risolversi totalmente o parzialmente anche il disturbo di panico o l’ansia o anche la depressione?
Qui interviene un aspetto culturale molto importante, direi importante dai tempi di Galileo Galilei; cioè la scienza ritiene che non è vero quello che non è dimostrato in modo preciso .
Queste dimostrazioni stanno arrivando lentamente ma ancora molti medici ritengono che se non esiste una diagnosi precisa e la persona sta comunque male , questo star male è attribuibile ad un disturbo del sistema nervoso centrale. Chi si interessa di intestino ormai sa che modificando aspetti che attengono alla salute dell’intestino si vanno a modificare secondariamente sia lo stato d’ansia che la depressione . Moltissimi pazienti, e lo dico non come ricercatore ma come medico , che erano trattati per ansia e depressione , una volta che è stata trovata una malattia e che questa malattia è stata curata ,l’ansia e la depressione poi sono scomparse perché in quei casi l’ansia e la depressione non erano la causa del malessere bensì l’effetto.
Soprattutto quando uno non ha una malattia organica nota ai medici . Ad esempio : a una persona che ha un tumore nessuno direbbe mai sei depresso, cura la depressione ma la cosa interessante è quando ci sono delle malattia molto sottili ,subdole in cui la scienza moderna non riconosce ancora una componente organica, che magari invece c’è ma sfugge alla radiologia, agli esami di laboratorio, all’endoscopia ecc… per cui il medico trae la conclusione che il paziente, nulla avendo di organico è un depresso e questo si deprime sempre di più perché continua comunque a stare male. Ad esempio nella sindrome da colon irritabile in cui c’è gonfiore, dolore di pancia, diarrea, la persona sta malissimo ma apparentemente non c’è una causa perché la colonscopia e’ negativa e tutti i medici classicamente danno la pacca sulla spalla rassicurando il paziente che non ha niente e magari si avventurano in consigli più o meno sensati dal cambiare partner, lavoro, stile di vita ecc… Così anche per la patologia da reflusso senza esofagite, la dispepsia ( le persone non digeriscono ma la gastroscopia è negativa).

 

SECONDA PARTE.

1. Non è detto quindi che se una malattia non è nota ai medici poiché sfugge alle indagini diagnostiche tradizionali non sia comunque una malattia con una base organica e non sempre una malattia del sistema nervoso…

Questo approccio per il quale appunto ciò che non appare immediatamente non sia malattia organica ma psicologica andava forse bene negli anni ‘70 ma ormai le dimostrazioni che si tratta in tutti i casi di patologie organiche sono numerosissime. Faccio un esempio incredibilmente significativo . Si sono studiate delle signore che lamentavano dolore addominale ( si parla al femminile perché rappresentano la maggioranza dei soggetti che accusano questi sintomi). Fatta la colonscopia che risultava negativa, erano state liquidate (come spesso succede) con una diagnosi di malattia funzionale dell’intestino (colon irritabile o colite spastica). A quel punto si sono recate in un centro specialistico, e qui è stato loro chiesto di rispondere ad un questionario riportando in una scala da 1 a 10 il grado di dolore avvertito (1 dolore praticamente assente e 10 insopportabile). Queste signore sono state quindi nuovamente sottoposte a colonscopia che si confermava negativa, ma in questa occasione nel centro di ricerca sono state effettuate biopsie della mucosa intestinale. L’analisi al microscopio tradizionale ha mostrato la presenza di una leggera infiammazione, ma si è proceduto all’analisi anche con un sofisticato microscopio elettronico, col quale è stato possibile valutare il numero di cellule infiammatorie in stretta vicinanza con i nervi . Il risultato è stato sorprendente, dal momento che la gravità del dolore avvertito è risultata strettamente correlata al numero di cellule infiammatorie che questo studio che abbiamo pubblicato 10 anni fa (Gastroenterology 2004;126:693-702) ha dimostrato inequivocabilmente l’origine “organica” dei sintomi accusati dalle pazienti esaminate che fino ad allora erano state etichettate come affette da un disturbo “funzionale” ed ha aperto la strada a numerose altre importanti ricerche. E’ stato possibile ad esempio dimostrare anche che questi intestini così infiammati sono eccessivamente permeabili , ossia non più in grado di impedire il passaggio dei miliardi e miliardi di germi che dovrebbero risiedere nell’intestino e che possono così filtrare attraverso le sue pareti invadendo gli organi pelvici. Questo è il motivo per cui queste donne hanno spessissimo delle cistiti che vengono trattate con ripetuti cicli di antibiotici con conseguente aumentato rischio di vaginite da Candida; ecco allora che si innesca un circolo vizioso difficile da spezzare.
Gli effetti secondari (ma secondari per modo di dire) nella vita di queste persone riguardano le ricadute del loro dolore cronico nella vita privata e sociale: avranno rapporti sessuali dolorosi sino talvolta a rifiutare completamente il rapporto stesso col partner e ad allontanarlo con conseguenze sulla vita di coppia, si inizieranno a sentire sempre più frustrate ,incomprese e depresse e quindi sempre più spesso verranno catalogate come persone con problemi psicologici …. !
Non solo…Poiché si tratta di persone fortemente infiammate possono comparire anche manifestazioni dolorose in tutto il corpo che spesso vengono diagnosticate come fibromialgia e trattate senza grande successo in ambiente reumatologico. E’ evidente che questi sintomi, reali e diffusi non possono non causare problematiche importanti anche a livello di ansia, panico o depressione ma la causa di questo è purtroppo da individuarsi nel fatto che queste persone non vengono accolte da una classe medica adeguatamente preparata.
E’ fondamentale combattere una battaglia importantissima per cancellare la parola funzionale per queste malattie, perché NON sono malattie funzionali, sono malattie organiche, solo che sono organiche microscopicamente, ma non vuol dire che ciò che è microscopico non esista …A livello internazionale le malattie digestive per le quali non è possibile trovare una causa mediante le tradizionali tecniche diagnostiche sono classificate da un gruppo di esperti ( dei quali fa parte anche il Prof. Stanghellini ndr) internazionali in un complesso sistema che prende il nome di “Criteri di Roma” perché a Roma si riuniscono gli esperti ogni 10 anni per aggiornare le classificazioni in base alle novità scientifiche. A capo di questa complessa struttura che raccoglie fondi ingenti dall’industria farmaceutica è uno psicologo americano. Questo lascia intuire la difficoltà della battaglia intellettuale che viene combattuta a tutti i livelli per affermare che queste sono malattie organiche al pari della polmonite, della rettocolite ulcerosa ecc … Ormai conosciamo perfettamente i meccanismi cellulari e molecolari di questi fenomeni: quali sono le molecole mediante le quali le cellule del sistema immunitario irritano i nervi , le misuriamo, le controlliamo, tanto è vero che molti di questi “mal di pancia” li curiamo con dei farmaci che vengono usati per l’asma, o per la retto colite ulcerosa perché si tratta in tutti i casi di patologie infiammatorie.
Dato degno di nota: il 10-20% delle persone ,donne in particolare, soffre di queste patologie e si prendono delle pacche sulle spalle….come se fossero dei malati immaginari…
E’ pertanto evidente che avere una spina irritativa, un’infiammazione appunto che parte dall’apparato digerente poi arriva ad interessare tutto l’organismo provocando: cefalea, emicrania, dolori osteo-muscolari, stanchezza cronica. C’è ancora molta strada da fare per dare risposte adeguate a tutti questi tipi di patologie.

2. Come si fa a capire quindi se i disturbi digestivi causano disturbi del sistema nervoso o viceversa?

Esistono persone che hanno disturbi digestivi secondari , realmente secondari ai disturbi del sistema nervoso centrale e questi vengono riconosciuti perché una volta curati i disturbi del sistema nervoso migliorano anche i disturbi periferici . Poi ci sono altre persone per le quali i neurologi pur adottando cure farmacologiche estremamente efficaci, ottengono risultati insoddisfacenti. In alcuni di questi ultimi casi e lo dico sempre da medico che vede quotidianamente un numero considerevole di casi , il trovare una causa organica curabile ha delle ripercussioni straordinarie sull’aspetto psicologico. Una volta risolto il problema organico e quindi eliminati i disturbi suddetti la persona riesce a riprendere in mano nuovamente la propria vita ed anche i sintomi secondari quali ad esempio ansia e depressione si rivalutano alla luce di una mutata condizione organica, pertanto, nell’esempio precedente, i farmaci che prescrive il neurologo saranno finalmente in grado di spiegare i loro effetti in pieno e tutto cambierà.

3. Quali esami occorre fare allora per scoprire l’origine dei nostri dolori?

Gli esami tradizionali di solito questi pazienti li fanno ma risultano negativi e possono quindi essere motivo di ulteriore frustrazione. Inizialmente ad esempio si potrebbero eseguire dei semplicissimi test “fai da te” a casa ad esempio modificando drasticamente l’alimentazione per alcuni giorni, fino a sperimentare nei casi più gravi un paio di giorni di digiuno introducendo solo acqua . Altra cosa fondamentale è ricordare che il 60% degli italiani è intollerante al lattosio e quindi è importante anche eliminare completamente latte e latticini freschi dalla dieta. Ricordare poi che anche chi non è celiaco ha comunque maggiori difficoltà a digerire il frumento pertanto meglio prediligere il riso alla pasta normale almeno nei periodi in cui ci sono sintomi severi. Altra cosa che può apparire inconsueta è ridurre (nella fase del test) drasticamente il consumo di fibre vegetali, frutta e verdura che insieme ai cibi integrali sono particolarmente irritanti per un intestino già infiammato o irritato.
Ovviamente stiamo parlando di persone che hanno i sintomi e dolori che si dicevano poc’anzi e ovviamente parliamo di test da eseguire solo per alcuni giorni.
Poi uscendo dai test che ciascuno può fare a casa propria occorre rivolgersi ad un gastroenterologo al passo con le recenti acquisizioni scientifiche , al fine di eseguire , oltre agli esami di base, anche biopsie, test per le intolleranze e allergie alimentari, ecc.

Barbara Prampolini per Pronto Intervento Panico

Written by barbaraprampolini