Cuore e cervello,proteggiamoli insieme

Il Prof. Paolo Cimato , noto cardiochirurgo presso Hesperia Hospital ha iniziato la sua carriera quando la cardiochirurgia in Italia era agli albori mentre in America una discreta realtà . Ha lavorato a Bergamo con il Prof. Parenzan, un luminare della cardiochirurgia nel mondo scomparso agli inizi del 2014 all’età di 90 anni. Con Il Prof. Cimato parliamo di come salvaguardare il nostro cuore dagli attacchi…

Un attacco di panico quando arriva, spesso senza preavviso è come un’onda anomala che ti travolge e ti porta via. Il cuore inizia a battere all’impazzata, la testa gira , le mani sudano e le gambe tremano e a volte tutto il corpo viene colto da un insolito formicolio. Questi i principali sintomi di un attacco di panico. Ma cosa succede al nostro corpo , ai nostri organi quando abbiamo un attacco di panico? Prof. Cimato, il cuore ad esempio puo’ subire dei danni da un attacco di panico?

L’attacco di panico stimola una serie di mediatori chimici che fanno alterare la pressione arteriosa ,danno aumento della sudorazione, senso di soffocamento e comunque genera sul cuore uno sforzo eccessivo . E’ come aver fatto uno sforzo importante ,fuori dalle proprie possibilità. Poi, la fortuna vuole, che questi sintomi non provochino sempre un infarto ma le alterazioni che si vengono a generare , potrebbero ipoteticamente , in una persona che ha delle placche arteriosclerotiche , provocare anche un infarto , al pari di chi fa uso di cocaina, che fa infarti a coronarie indenni perché è dovuto allo stress che la cocaina provoca sul cuore. Quindi in sintesi si, il panico puo’ somatizzare e su una predisposizione puo’ arrivare a provocare anche un infarto. La cura del disturbo di panico quindi ritengo che sia importantissima non solo per curare la malattia in sé ma anche per scongiurare danni ben più gravi sul cuore . Curare il panico significa eliminare uno dei fattori di rischio per problemi cardiovascolari. Così come curare la depressione. Tutto ciò che altera il nostro benessere puo’ rivelarsi dannoso anche per il cuore.

Professore, in un recente articolo sulle connessioni possibili tra depressione e sistema cardiovascolare ho letto che è stato dimostrato che “la depressione aumenta l’infiammazione, favorisce la disfunzione endoteliale e l’aggregabilità piastrinica” ( dichiarazione del Dott. Urbinati dell’Ospedale Bellaria di Bologna) quindi in concreto le malattie mentali così dette vanno tenute in grande considerazione anche per altre e forse più gravi problematiche come le cardiopatie . Cosa significa per chi non si intende di cardiologia?

Noi abbiamo delle cellule che si riproducono continuamente. Nel momento in cui migliaia di cellule si riproducono qualche cellula puo’ sfuggire al controllo e puo’ riprodursi in maniera anomala e questa produzione anomale viene in genere distrutta dal nostro sistema immunitario. Ogni volta che vi è un abbassamento del nostro sistema immunitario le possibilità sia di infezione sia che le cellule possano sfuggire al sistema di guardia sono notevoli e si puo’ arrivare persino allo sviluppo di malattia come ad esempio i tumori.
Infiammazione: è un processo in cui si ha una alterazione dei i tessuti legata a un agente esterno di natura chimica, fisica, virale, batterica e ogni volta che c’è una forma di infiammazione c’è una predisposizione a una perdita di funzionalità dell’organo o della superficie che è interessata nell’infiammazione.
Disfunzione endoteliale: tutte le nostre arterie sono rivestite da una patina di cellule che si chiama intima che sono le cellule endoteliali e sono a contatto all’interno dei vasi sanguigni con il sangue e svolgono anche delle funzioni con mediatori chimici importanti per prevenire sia le infiammazioni sia le possibili arteriosclerosi . Ogni volta che c’è un danno quindi una disfunzione si puo’ creare un danno endoteliale ed è il primo modo per la creazione di placche arteriosclerotiche. Non è solo questo il modo di formazione delle placche ma sicuramente una perdita della funzione endoteliale , una perdita di cellule endoteliali per infiammazione o per lesione puo’ provocare un aumento di arteriosclerosi ovviamente insieme a tutti quei fattori di rischio : fumo, colesterolo alto, ipertensione, eccesso di peso corporeo ecc… E ogni volta che si creano delle stenosi ( restringimenti a livello delle coronare, ossia vasi che sono posti sulla superficie del cuore e che vanno da 1 fino a 3 millimetri e mezzo circa ) all’interno dei vasi arteriosi la possibilità dell’infarto non è legata solo al restringimento perché il restringimento provoca solo una riduzione di flusso coronarico a valle del restringimento pero’ l’aggregabilità piastrinica cioè la formazione di tappi piastrinici è spesso alla base, su uno spasmo coronarico , su una stenosi coronarica, dell’infarto perché il tappo piastrinico blocca completamente sulla stenosi coronarica il flusso di sangue. Le piastrine di fatto hanno proprio la funzione di bloccare il sanguinamento cioè rientrano nei fenomeni coagulativi. Quando abbiamo una ferita della pelle le piastrine sono quelle che intervengono a fanno il famoso tappo piastrinico seguito poi dalla riepitelizzazione e la chiusura del coagulo . E’ uno dei motivi per cui molte persone cardiopatiche assumono antiaggreganti piastrinici tipo la cardioaspirina , il più noto e utilizzato.

Perché l’ansia e la depressione c’entrano con questi processi ??

Perché fondamentalmente tutti i nostri organi sono controllati con dei feed back dal cervello ,nelle varie sue parti , ipotalamo , ghiandole ipofisarie ecc.. che di fatto controllano le nostre funzioni vitali . Ogni volta che noi abbiamo un abbassamento o una alterazione della funzionalità di queste parti del nostro cervello , dovuto ad esempio ad ansia, depressione o panico, noi abbiamo di fatto un abbassamento di questi che sono i guardiani nel nostro corpo del nostro benessere: ogni volta che quindi abbiamo un abbattimento del sistema immunitario o una alterazione ormonale e quindi una alterazione del ciclo sonno- veglia , elevati livelli di stress che a loro volta agiscono sui livelli di pressione come su tanti altri fattori predisponenti alle cardiopatie , noi abbiamo la possibilità di sviluppare delle cardiopatie o delle coronaropatie , ovviamente non quelle valvolari che sono legate più che altro a infezioni ma sulle coronarie. Non dobbiamo mai dimenticare che il cervello comanda tutto . Curare le disfunzioni, le malattie , i disagi del cervello vuol dire mantenere in salute tutto il nostro corpo. E’ stato acclarato che la cioccolata fa bene perché aumenta il livello di endorfine, ridere fa bene. Tutto ciò che provoca benessere per il nostro organismo, cenestesi, determina un miglior funzionamento di tutto il nostro corpo . E’ lo stesso motivo per cui lo sport, praticare attività fisica fa bene: perché attiva tutte le nostre funzionalità, attiva il metabolismo , aumenta la funzionalità di tutte le nostre ghiandole, ,riduce il peso corporeo, aumenta la massa muscolare, migliora in generale il nostro quadro clinico . Essere felici significa ammalarsi meno. Fare anche un lavoro particolarmente stressante o essere ansiosi aumenta il nostro rischio di ammalarci e non solo da un punto di vista cardiovascolare.

A questo punto siamo tutti nel panico…tutti gli “impanicati” temono di avere un infarto. Quindi come fare?

Infatti spesso si creano dei circoli viziosi perché l’ansia altera il nostro stato e questa alterazione puo’ creare danni al nostro organismo. Non si puo’ vivere di paure. Il medico è utile quando si sta male, si devono fare dei controlli periodici normali e di routine ma non serve essere perennemente dal medico o fare un numero esagerato di esami specifici perché non sempre poi possono dare delle certezze assolute se non creare o aggiungere ansia su ansia. Parlando di tumori esistono alcune forme di tumori fulminanti che in pochi mesi compaiono e devastano . Pertanto anche fare una tac ogni sei mesi per scongiurare l’insorgenza di un tumore non mi evita che il mese successivo possa magari insorgere un tumore dal nulla . Quindi è bene fare alcuni controlli, alcuni esami periodici ecc… ma senza che diventi un’ossessione. Inoltre poi un ruolo fondamentale lo gioca il medico di base che si presuma conosca bene il paziente e deve sapere come indirizzarlo al meglio: quando è il caso di approfondire, quando di delegare e demandare indagini specialistiche .
Ai fini delle malattie cardiovascolari occorre tenere presenti alcuni fattori: condizioni di vita, età, predisposizione genetica o familiarità, malattie dismetaboliche . Fare esami specifici per valutare il rischio cardiovascolare non ha senso fino ad una certa età e non ha senso soprattutto che a prescriverli sia un medico generico perché questo è uno di quei casi nei quali occorre chiamare in campo lo specialista ossia il cardiologo il quale se lo ritiene necessario prescriverà una serie di esami che possono darci una indicazione aspecifica di un rischio vascolare perché non è detto che se anche gli esami risultano positivi poi in realtà la persona svilupperà una cardiopatia . Come cardiochirurgo quello che consiglio di più invece è dopo una certa età ,soprattutto per i maschi dai 50 anni in su , di fare una prova da sforzo e visita cardiologica oltre che ovviamente controllare lo stile di vita.

A volte si legge qua e là che alcuni farmaci per curare il panico potrebbero favorire l’infarto o essere comunque dannosi per il cuore. E vero? E se sì quali sono questi farmaci?

Molti farmaci possono essere dannosi per il cuore ma è generalizzare . Posso dire che i farmaci che curano l’ansia , il panico e riducono le possibilità che l’ansioso abbia crisi d’ansia e di panico, difficilmente fanno male al cuore. Per esempio va sfatato anche il mito che gli ansiolitici creano dipendenza per cui meglio non assumerli perché ad esempio in un cardiopatico è molto meglio non essere ansioso assumendo farmaci adeguati in tal senso piuttosto che continuare ad avere l’ansia che di fatto sottopone il cuore a sforzi continui e eccessivi fino a livelli estremi. Oggi i neurologi sanno esattamente che tipo di farmaci prescrivere e una terapia che scongiuri l’ansia alla fine aiuta moltissimo ad evitare cardiopatie.

Intervista rilasciata dal Prof. Paolo Cimato per il Pronto Intervento Panico
Written by barbaraprampolini