Il virus della paura

Siamo in pieno panico. Si, abbiamo un virus in Italia, sì è molto contagioso. Sì, è poco mortale. Ma, a mio parere, oltre all’ovvio, ciò che sta accadendo è forse più pericoloso del virus stesso, ovvero la diffusione del panico, della paura per molti aspetti immotivata. E’ giusto essere cauti, giustissimo e doveroso adottare tutte le precauzioni necessarie per se stessi e anche per gli altri e proteggere le categorie più delicate come gli anziani e le persone con altre patologie ma anche i media devono evitare di alimentare il panico fornendo notizie ufficiali ed evitando la spettacolarizzazione del virus.
Ho interpellato il noto neurologo Rosario Sorrentino per cercare di capire come agire e come affrontare questo momento particolarmente delicato e sicuramente difficile.
«Trovo quello che sta accadendo un paradosso. Ci troviamo di fronte al “si salvi chi può” e si vedono persone che prese dal panico mettono in atto comportamenti irragionevoli e sconsiderati mostrando tutta la loro inadeguatezza a reagire in modo equilibrato. Nei momenti di criticità si dovrebbe anche modificare il modo di comunicare. Senza censurare ci vorrebbe tuttavia una “no fly zone” della comunicazione attraverso una cabina di regia unica e qualificata a trasmettere informazioni. Le fonti competenti dovrebbero essere unicamente l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute. Entrambi, in sinergia, dovrebbero definire linee guida e istruzioni da mettere a disposizione della popolazione per contenere la diffusione di questo virus, altamente contagioso. Di contro però trovo estremamente dannosa questa “overdose” di notizie, una vera e propria veglia mediatica. Intere trasmissioni, format, notiziari improvvisati e collegamenti live più o meno estemporanei contribuiscono a far lievitare i livelli di paura, a volte ingiustificati. Mi riferisco purtroppo al Toto decessi, al Toto contaminati che ci rappresentano solo un pezzo, una piccola parte di tutto quello che sta accadendo, facendo apparire il Coronavirus come il più invincibile e implacabile microorganismo.
Per noi potrebbe essere invece l’ennesima buona occasione per modificare il paradigma della paura che ci coglie impauriti, fragili e vulnerabili davanti ad una emergenza, vera o presunta che stiamo vivendo giorno dopo giorno».
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