L’eterna lotta tra il bene e il male

L’esorcismo è la traduzione spirituale dell’eterna battaglia tra Bene e Male, dove il prete-guerriero combatte il demonio attraverso
le preghiere. Ma c’è un fondamento scientifico? Il diavolo esiste davvero?

Il capolavoro di Satana, nell’era moderna è di non far credere nella sua esistenza» (Charles Baudelaire). Le atrocità umane sono costantemente sotto i nostri occhi. Da cosa deriva tanta crudeltà, spesso gratuita? Cat- tiveria? Mancanza di empatia? Un’amigdala più piccola rispetto alla corteccia prefrontale e quindi alto raziocinio e freddezza, bassa emotività e sensibilità? Malattie psichiatriche? E se ci fosse anche qualcos’altro? «Da un punto di vista cristiano», sostiene Monsignor Luciano Monari, già vescovo di Piacenza-Bobbio per nomina di Giovanni Paolo II nel 1995 nonché vescovo di Brescia nel 2007 su nomina di Papa Benedetto XVI, «l’esistenza del demonio non è un’opinione bensì un fatto. Fare una diagnosi di persona posseduta è estremamente complesso», continua Monari. «Esistono individui che subiscono condizionamenti di negatività non affrontabili dal punto di vista psichiatrico; in questo caso si può parlare di possessione e un prete esorcista può tentare un esorcismo affinchè la persona possa liberarsi dal giogo luciferino e ritrovare la libertà del bene e il desiderio del bene». Il percorso di Don Ermes Macchioni, oggi noto prete esorcista, parte invece da una piccola parrocchia della collina modenese. È lì che, in un paese di poche anime, dedite per lo più all’agricoltura, grandi lavoratori e persone semplici, si accorge di avere un dono, di essere un guerriero di Dio. Tante persone si rivolgono a lui, chiedono il suo aiuto per problemi di vario genere ma che di fondo nascondono un grande vuoto e malessere spirituale. Il suo cammino lo vede protagonista in diverse altre parrocchie tra le provincie di Reggio Emilia e Modena, fino a quando nel 2008 il vescovo gli con- ferisce l’incarico ufficiale di esorcista. «Accorgersi se una persona è posseduta è semplicissimo», afferma senza dubbi il prete, «si vede da come parla, da come gestisce il corpo, da come gesticola. È una persona avvolta nel male, nel dolore, nella sofferenza. Ma se è facile capirlo per un esorcista non lo è altrettanto per una persona comune, in quanto dal punto di vista del sociale è probabile che l’indemoniato appaia semplicemente come cupo, stanco, oppresso, pauroso, timoroso. È una persona spenta, oppressa, soggiogata da una presenza negativa. Per capire cosa sia il maligno occorre andare indietro nella storia della Chiesa», spiega Macchioni, «il demonio è una creatura di Dio, buona, ma che, per sua scelta, è diventata cattiva. Per superbia, orgoglio, vanagloria, invidia nei confronti di Dio è diventata creatura malvagia, ha cambiato natura e da allora si applica unicamente a fare il male». Cosa spinge un individuo rispetto a un altro tra le braccia di Lucifero è, secondo Don Ermes, lo stile di vita che si conduce e ciò a cui si aspira. Una persona che desidera sopraffare, soggiogare, prevaricare e mettersi in mostra nel mondo soffocando gli altri, possiamo dire un individuo senza scrupoli, è, secondo il prete esorcista, molto probabilmente al soldo del demonio. Il posseduto sa di esserlo? Dal punto di vista del parroco sì, poiché chi sta compiendo il male sa di compierlo e quindi è colluso col diavolo, sa di avere il maligno come alleato che lo istiga ad agire verso una direzione di male anzichè di bene, ma lo accetta. «L’esorcismo», continua Don Ermes, «è un combattimento: la Chiesa tramite l’esorcista lotta contro il demonio e viceversa. Questo combattimento avviene attraverso le preghiere, alle quali a un certo punto Satana non riesce più a resistere». Il rapporto con la scienza, dal punto di vista di Macchioni come di Monsignor Monari, è di assoluta apertura. Non hanno la pretesa che psichiatri e neurologi o psicologi credano a occhi chiusi. Don Ermes li invita spesso in Chiesa ad assistere agli esorcismi, ma l’invito resta sospeso. Paura? Arroganza? Non è dato sapere, ma quel che si registra è che un confronto «in sede» pare assai improbabile. Lo scienziato (punta di diamante come spesso accade del pensiero razionale), Rosario Sorrentino, interpellato sul tema, così si esprime: «La pratica esorcistica è uno dei tanti campi di incomprensione tra religione e scienza, in questo caso tra psichiatria e religione. Molto spesso, soprattutto nel passato, sono state attribuite a possessione demoniaca manifestazioni che erano espressione di vere e proprie malattie psichiatriche come psicosi, schizofrenia fino ad arrivare a disturbi dissociativi, lo scollamento tra identità, coscienza, memoria. La scienza non può accogliere una pratica come quella dell’esorcismo poiché non è mai stata verificata, non è mai stata sottoposta ai classici test e protocolli ai quali una qualsiasi pratica deve sottostare per essere validata. Resta tuttavia ancora oggi esistente una narrazione da più parti dell’efficacia di queste pratiche in ambito religioso». L’atteggiamento più intelligente è sempre quello di colui che coltiva il dubbio, sia esso uomo di Chiesa o di Scienza. Saremmo veramente poca cosa se avessimo la convinzione di sapere tutto, di poter spiegare tutto con formule matematiche o riti propiziatori e non nutrissimo stimolanti dubbi che ci invitino a essere degli esploratori indefessi. «Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nes- sun tormento le toccherà» (Libro della SapienzaAntico Testamento).

Arbiter/ Agosto 2019

page1image9498816
page1image9500352
page1image9500544

ARBITER | AGOSTO 2019

Written by barbaraprampolini