Michel Houellebecq: Serotonina

Romanzo edito da “La nave di Teseo” nel 2019.

Nel recensire libri di autori come Houellebecq procedo in punta di piedi. E’ uno scrittore sublime su questo direi che c’è parere unanime quindi è molto difficile aggiungere riflessioni non banali.
La trama : il protagonista è Florent-Claude Labrouste ( detesta il suo nome perchè non lo rappresenta ma non odia i genitori che glielo hanno affibbiato ) è un funzionario del Ministero dell’Agricoltura di 46 anni anche se leggendolo tra le pagine ci si deve ricordare la sua età perchè via via sembra un giovane uomo che interpreta un uomo anziano. E’ un uomo depresso per la cui depressione decide di assumere un antidepressivo (di fantasia) il Captorix ed insieme a lui affronta la vita con tutte le sue inquietudini e sofferenze e rimpianti e delusioni. Il Captorix non è proprio un buon compagno di viaggio per lui perchè ( come in tutti gli antidepressivi) presenta l’effetto collaterale più temuto dagli uomini…rendendolo praticamente sordo agli stimoli che al contrario avevano reso eccitante parte della sua vita. Ma i temi di fondo sono fondamentalmente quelli dell’amore e della solitudine. L’amore quando si scivola nel fondo dell’imbuto, che sia per depressione o altro è sempre il più potente dei farmaci o il più letale dei veleni. In fondo si capisce chiaramente il suo messaggio. Amore o morte?
E ancora: i farmaci possono tutto? Anche contro la nostra voglia di vivere? Pare non sia così…il guizzo vitale deve nascere da dentro, i farmaci quando servono devono essere usati ma senza il guizzo restano probabilmente inefficaci.

“Avrei potuto rendere felice una donna. Anzi due; ho già detto quali. Tutto era chiaro, estremamente chiaro, sin dall’inizio; ma non ne abbiamo tenuto conto. Abbiamo forse ceduto a illusioni di libertà individuale, di vita aperta, di infinità del possibile? E’ probabile, quelle idee erano nello spirito del tempo; non le abbiamo formalizzate, ce ne mancava l’inclinazione; ci siamo limitati a conformarci ad esse, a lasciarcene distruggere; e poi, per molto tempo, a soffrirne.

In realtà Dio si occupa di noi, pensa a noi in ogni istante, e a volte ci dà direttive molto precise. Questi slanci d’amore che affluiscono nei nostri petti fino a mozzarci il fiato, queste illuminazioni, queste estasi, inspiegabili se consideriamo la nostra natura biologica, il nostro statuto di semplici primati, sono segni estremamente chiari.

E oggi capisco il punto di vista del Cristo, il suo ripetuto irritarsi di fronte all’insensibilità dei cuori: hanno tutti i segni, e non ne tengono conto. E’ proprio necessario, per giunta, che dia la mia vita per quei miserabili? E’ proprio necessario essere esplicito? 

Parrebbe di si.”

Voto 8.5

Written by barbaraprampolini