Corteggiamento:etica e confini

Quel che resta dell’uomo ( e della donna). 

Oggi siamo ad un bivio: possiamo ricomporci, fare un esame di coscienza e riprendere la strada maestra oppure ci possiamo incamminare, capo chino, verso la definitiva frattura di genere e come da piccoli al cospetto del fazzoletto ci schieriamo femmine da una parte , maschi dall’altra e si gioca a ruba bandiera. Il rischio è altissimo e il prezzo da pagare sarebbe ancora più elevato. Soprattutto per noi italiani, per noi che siamo famosi nel mondo, oltre che per la pizza anche per il calore del maschio latino, per i seduttori che hanno calpestato con onore i tortuosi ma esaltanti sentieri delle passioni amorose, da nord a sud , da est ad ovest. Oggi Casanova si rivolta e si tormenta nella tomba. 

Il pericolo è che i seduttori diventino sedati, dalla paura di una denuncia, dalla minaccia di una femmina talmente mascolinizzata da rendere questi maschi quasi impotenti, come quelle fredde e astratte statistiche ci evidenziano sottolineando che oltre il 30 % dei maschi giovani e sani fa ricorso a “pozioni magiche” per prepararsi all’incontro galante. All’estero, negli Stati Uniti, già da tempo gli uomini evitano di condividere l’ascensore con una signora e se per loro è normale per noi era aberrante. Dico “era” perchè hanno ragione quelli che studiano la sociologia quando affermano che ciò che accade negli USA poi pian piano arriva a noi ma qui non si tratta dell’ultima sfornata di iPhone o di una felpa griffata bensì di un modo di essere prima che di un modo di agire. Pertanto ciò che appare lontano potrebbe essere molto più vicino di quanto si pensi, averci già travolti a nostra insaputa. 

L’italiano medio si sa, è quello che se vede passare una bella donna fa commenti, offre un sorriso, un saluto ammiccante, un gesto compiaciuto:  a volte saranno attenzioni gentili, a volte triviali, dipende dal livello sociale e culturale,  ma da noi funziona così e la bella donna che passeggia, anche assorta nei suoi pensieri,  raccoglie i consensi con intima gioia anche quando finge di apparirne infastidita. Gioca, ma soprattutto ama piacere e gratificare la sua vanità e la vivace femminilità ( o quel che ne rimane) . Se nessuno la degnasse di uno sguardo probabilmente inizierebbe a farsi domande sul suo fascino e sulla sua bellezza. Questo è l’approccio all’italiana.  E’ un fatto che nasce con le cellule, è nei cromosomi, siamo fatti così. E l’uomo, il maschio latino è un latin lover, ragione di vanto e non di sdegno. 

Il terrore che nasce in me da questa ultima onda anomala di post femminismo e di puritanesimo sguaiato è che si inneschi, in modo subdolo e strumentalizzato da mass media, il tarlo della paura: l’uomo ha sempre più paura della donna. Si sente inadeguato, non sa più come comportarsi e per contro, le donne, oggi non sanno più cosa vogliono dalla loro femminalità e dal maschio e credono che essere protette e rispettate significhi, al tempo del #MeToo ( la campagna contro le molestie sessuali)  cancellare la femminilità in tutte le sue manifestazioni: dalle ombrelline della Formula 1, alla rimozione ( definitiva o provvisoria) alla Manchester Art Gallery del dipinto “ Hylas and the Nymphs” ( 1986) di Jhon William Waterhouse, artista britannico, che raffigura ninfe a mollo nell’acqua che rapiscono Ila ( il bel giovane della mitologia greca, prediletto da Eracle,  in quanto, a detta della curatrice possono essere viste come una fantasia erotica inadatta e offensiva per il pubblico moderno ( moderno?). 

 Bene la lotta per i diritti e la parità in ambito professionale, giustissima e doverosa, ma no all’idea della donna che deve scimmiottare l’uomo con ciò perdendo consapevolezza di sé e delle proprie diversità ( biologiche ) che lungi dal soffocarle andrebbero enfatizzate. No assolutamente, in nome di una finta tutela, alla perdita di libertà che impedisca alla donna di fare del proprio corpo e della propria immagine ciò che desidera, fosse anche sorreggere un ombrellino. La libertà non si raggiunge eliminando opzioni bensì aggiungendone. Dove c’è consapevolezza, libertà di scelta e assenza di violenza o abuso di potere deve abitare il libero arbitrio, la possibilità di esprimersi in ogni modo possibile, che sia in un dipinto, su una passerella, in un aula di tribunale o impugnando un bisturi.   Lo stesso dicasi per il maschio che anche secondo i massimi esperti di chirurgia estetica oggi  chiede sempre di più  ritocchini che lo rendono aggraziato e femminile, come confermato d’altra parte  in qualche sfilata di moda dove lo si vede conciato in orridi abbigliamenti sempre meno maschili e mascolini. Assistiamo il tramonto del modello Steve Mcqueen. Purtroppo. Si può dire, senza tema di smentita, che la confusione regna sovrana e sarebbe auspicabile un pò di ordine facilmente raggiungibile se si seguissero in modo etico e delicato gli istinti di cui la natura ci ha dotati senza quei pressanti condizionamenti sociali, modaioli o di un presunto anticonformismo conformista che nelle stranezze si cerca di imporre. L’uomo è nato diverso dalla donna:  all’uomo piace la donna e ama corteggiarla, talvolta forse anche non nel modo più elegante ma fondamentalmente la ama, ama tutte le donne e noi donne amiamo essere corteggiate, amate, viziate, inseguite e desiderate. 

La domanda che aleggia è: quali sono allora i confini del corteggiamento sano per non scivolare in altre fattispecie che hanno più il sapore di aridi codici e codicilli che di fragole e champagne? Anzitutto non si dovrebbe prestare tutta questa attenzione a quelle lagnanti signore e signorine che dopo svariati lustri improvvisamente colte da un senso di redenzione puntano il dito contro i marrani che tentarono un tempo di concupirle  bramando il loro fianco. Non scherziamo davvero. Questo è avanspettacolo della peggior specie. A mio parere esistono dei confini molto chiari delle no fly zone da rispettare per restare nei prati fioriti dell’amore . Anzitutto che che ne dicano i neuroscienziati in parte siamo dotati di libero arbitrio anche se spero non sia presente nessun neuroscienziato che immediatamente avrebbe argomenti per smentirmi, ma voglio restare nel campo delle ipotesi e pensare che se un uomo compie una avance nei confronti della donna possano aprirsi alcune possibilità,  la prima è la più bella: lui corteggia lei, lei ne è lusingata, ricambia l’interesse ed inizia una danza, una musica che si espande ed offre il meglio solo con l’armonia  dell’uomo con la donna. La seconda ipotesi, la donna non gradisce le attenzioni ed ha la possibilità di defilarsi, un chiaro “no grazie” detto nel modo giusto e con la giusta espressione del viso e del corpo possono essere per un uomo  sufficienti per una ritirata dignitosa. Infine la terza ipotesi è quella nella quale l’uomo non desiste, insiste, diventa meno elegante e più invadente e agisce sprezzante del diniego. Molestia? Violenza? Se consideriamo l’insistenza, la veemenza o la resistenza ad un rifiuto una  molestia allora credo andrebbero denunciati la maggiora parte degli uomini eterosessuali perchè sono certa che almeno una volta nella vita abbiano ingranato una marcia in più pur di tentare di sedurre una donna. Lo spartiacque per me distingue in modo netto e preciso le violenze dalla avances ancorché scomposte.  Le avance restano nel campo del corteggiamento che si possono comunque far cessare con l’ampio arsenale bellico di cui ogni donna è dotata. Poi esiste la violenza e si giunge tristemente al  punto di non ritorno, quando la donna, obtorto collo, subisce e non è più parte attrice, le attenzioni più fisiche che verbali di un uomo. Qui non esistono se e ma, deve , prove alla mano, scattare una denuncia. La palla passa nel campo della giustizia. Non si parla più di corteggiamento, di amore, di passione, si indossa la toga e a parlare è la legge. Non si deve titubare non si deve aver timore, non si deve indietreggiare. La giustizia non funziona? Verissimo più del vero ma non è un buon motivo per non urlare in ogni modo possibile l’invasione di campo, lo sconfinamento, la fine dei giochi. 

Il potere che ruolo gioca nel corteggiamento o addirittura nella violenza quando questo viene esercitato senza senno? Il potere è un potentissimo afrodisiaco, per chi lo esercita ma talvolta anche per chi lo subisce. Di recente un caso è balzato alle cronache per un magistrato che nel corso da lui diretto per la scuola di magistratura si è macchiato di un’onta infamante facendo siglare a delle borsiste, giovani donne in cerca di un  martelletto, un singolare contratto nel quale si disciplinava puntualmente abbigliamento, trucco e parrucco e stile di vita. Magistrato destituito e questo non è il caso peggiore. Perchè allora queste donne, avvocato, acculturate, libere e prossime a rivestire ruoli di fondamentale rilevanza per la vita di centinaia di persone non si sono sottratte a simili richieste? Perchè alcune erano sicuramente sedotte dal potere, dal potere di questo uomo che, né bello né prestante, ha instillato nelle discepole il seme del prediletto, dell’eletto, dell’appartenenza ad una elite, un club per pochi e quindi io, magistrato eleggo te perchè tu sei speciale, perchè hai cose che altre non hanno perchè grazie a me conquisterai traguardi che senza di me non raggiungerai mai e via dicendo….le frasi per entrare nelle corde di alcune persone sono più o meno sempre le stesse, solamente che non tutti hanno il potere istrionico di farsi seguire al suono di un piffero. In questo caso il potere subito crea condivisone emotiva, di un progetto, di un atteggiamento, persino di un andare oltre i propri limiti, le proprie regole etiche e morali perchè si crede di appartenere a qualcosa di più grande , di diverso, che prevede deragliamenti, sconfinamenti e eccezioni. Poi c’è il risveglio e la realtà è molto meno eccitante del sogno. Violenza? No…qui nessun codice penale viene in soccorso di avvocati delusi o attricette scartate e vendicative. L’unico codice da richiamare è quello della mortalità dell’essere umano che commette errori e  subisce quelli altrui e che crede, talvolta  in un delirio di onnipotenza, di poter arrivare al traguardo per la strada breve, senza pagare un prezzo. Tutto ha un prezzo, tutto ha una conseguenza e non si può, in età adulta, pensare di sottrarsi al pagamento dell’obolo che le nostre azioni, a volte sconsiderate, ci impongono di pagare sia che siamo noi a detenere il potere sia che ci facciamo irretire da chi il potere lo brandisce. 

In sintesi credo che entrambi i generi, sia le donne che gli uomini dovrebbero condurre, almeno per una volta, una guerra comune contro tutto ciò che impedisce loro di continuare a relazionarsi con i modi e il linguaggio che solo chi pratica l’arte della seduzione e della relazione conosce quindi non cedendo alle lusinghe di una comunicazione fuorviante e soprattutto non cedendo a chi vorrebbe omologarci, annullando le differenza, facendo leva su immotivati sensi di colpa da una parte o senso di sterile vendetta dall’altra. Non è mai troppo tardi per riscoprirsi un uomo e una donna.

 

Mio intervento ad un convegno sul tema del corteggiamento all’epoca del #metoo. In allegato un estratto apparso sulla rivista Arbiter

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Written by barbaraprampolini