Di che regalo sei ?

«Tempus fugit…». Parola d’ordine per arrivare in tempo a far scivolare i regali ancora caldi di infiocchettatura sotto l’albero. Le persone nei giorni precedenti il Natale, sono come Rebecca Bloomwood in I love shopping (collana di successo di Sophie Kinsella): un popolo di runner, di corsa da un negozio all’altro, con pacchi dietro ai quali si nascondono e carte di credito fumanti in mano. I seguaci dello shopping last minute sono in netta superiorità rispetto a quelli più organizzati, meno compulsivi, che programmano gli acquisti per tempo e magari studiano il regalo ad hoc durante l’anno. Nel corso della vacanza ai Caraibi, l’escursione in montagna o le gite fuori porta scovano il regalo ideale per la mamma, la sorella, il marito, la moglie ecc. e lo custodiscono ben nascosto e spolverato al riparo da occhi indiscreti per sfoderarlo al momento giusto con somma soddisfazione. Sono molto pazienti. Dovrei chiudere i regali in cassaforte e buttare la chiave se appartenessi a quest’ultima categoria; perché mai e poi mai riuscirei a tenere un pacco in casa per più di una settimana senza cedere alla tentazione di consegnarlo al destinatario. Ma che cosa significa essere l’uno o l’altro tipo di Babbo Natale? Chi programma, diluisce gli acquisti nel tempo e in modo serafico sa attendere. È certamente una persona dotata di grande inclinazione per la pianificazione strategica, senso dell’ordine e soprattutto organizzatissima, come gli stilisti che preparano già ora le sfilate 2020. Si possono definire affetti da ansia anticipatoria con una punta di nevrosi o doc (disturbo ossessivo compulsivo)? A ciascuno il proprio esame di coscienza. Al contrario chi si riduce all’ultimo minuto come la sottoscritta ha una elevatissima dose di panico perenne, non ama pianificare bensì persegue il rischio e l’incertezza (di non trovare il regalo giusto, la taglia giusta, il colore preferito). Tempus fugit si sente ripetere nel cervello come un orologio a cucù. Tempus fugit. Siamo certamente disorganizzati, forse sotto sotto non amiamo il Natale e lo viviamo più come un dovere che come un piacere e forse amiamo più dedicarci ai regali di compleanno, alle ricorrenze ad personam alle quali possiamo infondere tutto il nostro estro, il tempo giusto e un’attenzione maggiore. Non siamo per la grande distribuzione, ma possiamo definirci artigiani dello shopping. Fatto sta che al termine del Natale siamo stremati.
Il neurologo poi col rigore del camice bianco distingue gli acquirenti natalizi anche in base non solo al tempo ma pure all’approccio al regalo. «Sostanzialmente», sottolinea Rosario Sorren- tino, «a prescindere dal tempo in cui si compie l’acquisto, chi regala scegliendo l’oggetto con attenzione e cura pensando al destinatario col preciso intento di stupirlo e rallegrarlo è gene- ralmente una persona aperta, generosa, attenta al vero signi cato che dovrebbe contenere un dono e per questo dedica alla scelta tempo e particolare premura, senza timore di svelare anche i propri sentimenti. Poi ci sono coloro che pensano al regalo (che non è più un dono) come una costrizione/obbligo per essere omologati agli altri, una sorta di formalità ed evidentemente sono persone più chiuse, poco inclini al dare e soprattutto al darsi». Buon Natale: astenersi dal riciclare i regali. Orrenda categoria da non prendere nemmeno in considerazione a meno che non si ricicli un bel diamante…
di Barbara Prampolini per Kairos 133

Written by barbaraprampolini